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Carlo Petrini e la rivoluzione del gusto: quando il cibo incontra l’etica e il cambiamento

Scritto il 24 Aprile 2025 da Redazione Km0

Nel cuore del Piemonte, a Bra, è nato un uomo che ha rivoluzionato il nostro modo di pensare al cibo. Non un cuoco, non un imprenditore, ma un sociologo con una visione tanto semplice quanto potente: il cibo può cambiare il mondo. Carlo Petrini è il fondatore di Slow Food, il movimento che ha sfidato l’omologazione alimentare e che ha restituito valore al gusto, alla biodiversità e alla cultura locale.

Tutto è cominciato quasi per caso – o forse per destino – nel 1986, quando l’apertura di un fast food in Piazza di Spagna, a Roma, ha acceso in Petrini una scintilla. Era l’emblema di un modello che stava divorando tradizioni, paesaggi e identità. E così è nato Slow Food, un’idea rivoluzionaria ma profondamente radicata nella terra: cibo buono, pulito e giusto.

Oltre il gusto: il cibo come atto politico e ambientale
Petrini ha saputo connettere mondi solo apparentemente distanti: contadini e chef stellati, accademici e produttori di formaggi, attivisti e buongustai. Il cibo, nella sua visione, non è mai solo nutrimento: è cultura, relazione, responsabilità. Con la nascita dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha portato questi valori in un luogo dove il sapere incontra il saper fare. Una scuola unica al mondo, dove si studia il cibo come fenomeno complesso, in grado di influenzare economia, ecologia e società.

Ma Petrini non si è mai fermato ai confini del piatto. Il suo impegno è diventato sempre più marcatamente ecologista. Secondo lui – e secondo tanti scienziati – il sistema agroalimentare è tra i maggiori responsabili della crisi climatica: deforestazione, allevamenti intensivi, consumo e spreco di risorse naturali. Ecco perché, per lui, scegliere cosa mangiamo è anche un atto politico e ambientale.

Un dialogo con il Papa: l’alleanza tra etica e ambiente
Un momento particolarmente significativo della sua traiettoria è stato l’incontro con Papa Francesco. Non è solo un incontro tra due piemontesi, ma tra due visioni etiche del mondo. Da quel confronto è nato un dialogo profondo, e poi un libro scritto a quattro mani: “Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità”.

In questo testo, Petrini e Papa Francesco affrontano temi cruciali per il futuro del pianeta: il rispetto per la terra, il valore della sobrietà, l’importanza delle comunità locali. Entrambi sottolineano quanto sia urgente una transizione ecologica che metta al centro la dignità umana e la giustizia sociale. Il cibo, ancora una volta, diventa simbolo e strumento di questa trasformazione.

Papa Francesco, con la sua enciclica Laudato si’, ha aperto una nuova strada nel pensiero cattolico, sottolineando la necessità di custodire il creato. Petrini, da parte sua, ha saputo portare questo messaggio in tavola, facendo riflettere milioni di persone sulle conseguenze delle loro scelte quotidiane.

Il futuro nelle mani delle nuove generazioni
Nel 2022, Petrini ha deciso di fare un passo indietro, lasciando la guida del movimento Slow Food per favorire un ricambio generazionale. Ma il suo spirito resta intatto. La sua visione continua a ispirare chi crede che il cibo non sia solo consumo, ma atto d’amore, cura e responsabilità.

La sua eredità non è fatta solo di manifesti e progetti, ma di comunità vive, di mercati contadini, di orti scolastici, di storie di piccoli produttori che oggi hanno un posto nel mondo grazie a quella rivoluzione silenziosa iniziata con una forchetta e una forchettata.

Fonte: https://www.slowfood.it/petrini-francesco-il-rivoluzionario-dallanimo-ecologico/ 

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